Piano “7 Ottobre”: L’Iran nel Mirino
“Un anno fa Grandangolo titolava “L’11 Settembre del Medioriente”, in base a una serie di fatti che dimostravano l’esistenza di un piano analogo a quello che, l’11 Settembre 2001, era servito a scatenare la “guerra globale al terrorismo” che aveva portato all’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq da parte degli Stati Uniti e della NATO. Il piano attuato da Hamas il 7 Ottobre 2023 era noto da un anno ai capi di Israele, che non sono stati colti di sorpresa dall’attacco ma lo hanno agevolato. Lo confermano le testimonianze, pubblicate in questi giorni dal Wall Street Journal, di giovani soldatesse israeliane addette alla sorveglianza della barriera elettronica attorno a Gaza. “Per mesi – riporta il WSJ – esse avevano avvertito i loro superiori ripetutamente che il gruppo militante islamico Hamas sembrava stesse preparando un grande attacco.
Le loro preoccupazioni erano state ignorate. Al momento dell’attacco le donne hanno lanciato avvertimenti urgenti alle truppe sul campo. Quando più di 150 militanti hanno invaso la loro base, a circa mezzo miglio da Gaza, hanno iniziato a chiamare freneticamente aiuto. Nessuno è arrivato. Alla fine, 15 soldatesse di questa base sono state uccise e 7 portate come ostaggi a Gaza.” Da queste e numerose altre prove emerge il Piano “7 Ottobre”: far apparire Israele come aggredito di sorpresa e quindi costretto a reagire, facendo passare come “difensiva” la guerra di sterminio con cui Israele sta distruggendo Gaza e Cisgiordania per cancellare lo Stato Palestinese, con cui sta attaccando il Libano, lo Yemen, la Siria. Israele è in realtà la punta di lancia con cui gli Stati Uniti e le potenze europee cercano di conservare con la guerra il predominio in Medioriente, dove stanno perdendo terreno.
Principale obiettivo nel loro mirino è l’Iran, divenuto snodo strategico del Corridoio di trasporto Nord-Sud fino in India e oltre, con cui la Russia sta vanificando il blocco attuato da NATO e UE, e allo stesso tempo snodo strategico della Nuova Via della Seta dalla Cina all’Europa. Le conseguenze dell’attacco all’Iran che Israele sta preparando col pieno sostegno militare di Stati Uniti e Nato sarebbero gravissime. Un attacco agli impianti petroliferi iraniani provocherebbe uno shock petrolifero globale. Ancora più pericoloso per la diffusione di radioattività sarebbe un attacco agli impianti nucleari iraniani, sotto controllo ONU perché l’Iran ha aderito al Trattato di non-proliferazione nucleare, mentre Israele, unica potenza nucleare della regione, non lo ha fatto ed è quindi fuori controllo.
Manlio Dinucci
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