Le Campagne Militari Us/Nato Dal 1991 Ad Oggi
Conferenza: Il Futuro è NATO? Organizzata da Abbasso la Guerra Venegono 4-5 Febbraio 2023
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Prima di affrontare il racconto delle campagne militari, che hanno infestato gli ultimi trent’anni fino ad oggi, è necessario ricordare tre fatti all’origine di queste guerre.
Nel 1944 settantaquattro gerarchi nazisti, consci della fine della Germania ma decisi a salvare l’ideale nazista dalla catastrofe, fondano l’organizzazione O.D.SS.A. Il loro intento è di emigrare, e in qualsiasi stato in cui si stabilissero impegnarsi in società, amministrazioni, partiti a qualsiasi livello e filtrare il pensiero nazista. Molti di loro furono assorbiti nei servizi US per la loro esperienza dell’Unione Sovietica e inseriti nei dipartimenti delle varie Agenzie. La loro visione ha indubbiamente influenzato trasversalmente la politica statunitense.
Nel 1977 un gruppo di intellettuali liberal, i futuri neo conservatori, fra i quali personaggi che avrebbero fatto parte in seguito del governo di Bush jr come Paul Wolfowitz, Dick Cheney, Donald Rumsfeld e Jeb Bush o Francis Fukuyama, concepiscono un progetto che condivide molti tratti ideologici con O.D.SS.A:
“La storia del XX secolo avrebbe dovuto insegnarci che è importante plasmare le circostanze prima che le crisi emergano e affrontare le minacce prima che diventino tragiche. La storia di questo secolo avrebbe dovuto insegnarci ad abbracciare la causa di una leadership americana…. stabilire una presenza strategica militare in tutto il mondo attraverso una rivoluzione tecnologica in ambito militare, scoraggiare l’emergere di qualsiasi super potenza competitiva, lanciare attacchi preventivi contro qualsiasi potere che minacci gli interessi americani”.
Queste sono le linee del PNAC (Project for a New American Century). I fondatori del progetto si riveleranno in seguito legati al petrolio e alle industrie d’armi, quindi al Complesso Industriale-Militare che, con la fine della Presidenza del Gen. Eisenhower, aveva assunto un potere tale da influire sulla politica del governo e del presidente in carica.
L’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov e il Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan firmano un importante trattato per il controllo delle armi nucleari nel 1987. (Foto: Ufficio fotografico della Casa Bianca/Amministrazione nazionale degli archivi e dei registri)
L’ultima data chiave è l’8 dicembre 1987 quando il Presidente Ronald Reagan e il Presidente URSS Michail Gorbachev firmano il Trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty – Trattato sulle forze nucleari a medio raggio). Si apre una fase importante, un periodo nuovo, la fine della guerra fredda e l’apertura della Cortina di ferro. Gorbachev viene rassicurato: la NATO non arriverà mai alle frontiere russe, e viene insignito del Nobel per la Pace. Il mondo tira un sospiro di sollievo ma è solo una lunga pausa illusoria.
Gli Stati Uniti sono la sola potenza mondiale e intendono sfruttare la situazione e realizzare il progetto per il loro secolo nuovo.
Infatti si preparano ad attaccare l’Iraq indipendente, troppo ricco in petrolio e con una popolazione evoluta. (Nel 1989 il valore del dinaro rispetto al dollaro era di 1IQD a 1. 365 $.)
Il 5 novembre 1990 il Congresso americano, approva la legge 101-513 sugli stanziamenti per le Operazioni estere nella quale non solo si prevedono i costi dell’attacco all’Iraq, ma anche la fine della Jugoslavia. Una sezione della legge prevede il taglio entro sei mesi, di qualsiasi aiuto, credito, prestito dagli USA alla Jugoslavia. Inoltre si impongono elezioni libere e separate in ciascuna delle sei Repubbliche costitutive, e sia le procedure che i risultati delle elezioni avrebbero dovuto ottenere l’approvazione del Dipartimento di Stato: solo dopo questi adempimenti il sostegno economico avrebbe potuto essere reintrodotto, ma non più nei confronti del governo centrale, bensì solo delle singole repubbliche, e solo se governate da forze “democratiche“… Prestiti sono concessi ai partiti nazionalisti.
Il 26 dicembre 1991 l’URSS si scioglie, il Patto di Varsavia si era sciolto il 1° luglio dello stesso anno. A questo punto il Patto Atlantico non aveva ragione d’essere, però in una riunione a Roma nel novembre precedente veniva variato il suo Concetto Strategico, e la NATO inizia a trasformarsi in quello che è ora: non più una forza difensiva ma offensiva secondo il progetto del Secolo americano.
Nel corso del 1991 gli Stati Uniti attaccano in forze l’Iraq appoggiati da 35 paesi, alcuni membri della NATO, altri esterni. La guerra si ferma prima di arrivare a Baghdad. Il risultato è tragico per l’Iraq che subisce enormi perdite umane, una pesante retrocessione industriale e sociale oltre a susseguenti tragiche sanzioni. Per la prima volta si parla delle conseguenze dell’uso di proiettili all’Uranio impoverito sui soldati.
In quello stesso anno iniziano le manovre per la dissoluzione della Jugoslavia. La ragione si può trovare nella volontà di togliere all’URSS qualsiasi sponda amica, un percorso che continuerà in seguito verso la Russia.
La Jugoslavia è stata una guerra fondante dove sono state fatte le prove generali per le prossime guerre e dove viene messa in pratica una serie di strategie che definisco il PROTOCOLLO.
Queste sono le direttive:
- Stati e Governi indipendenti e recalcitranti alle direttive statunitensi sono perseguibili e vanno piegati.
- Organizzazione di primavere colorate per creare rivolte fra civili allo scopo di mettere in difficoltà il governo.
- Dure sanzioni alla nazione nel mirino.
- La demonizzazione dell’antagonista è stabilita attraverso i media con pesanti campagne denigratorie, in particolare centrate sul leader.
- Partiti di estrema destra e personaggi di tendenze naziste o estremisti vengono contattati perché influenzino o prendano il controllo dei governi.
- Gruppi estremisti ricevono armi e insegnamenti.
- Vengono inviati agenti della CIA forniti di molto contante per convincere politici, giornalisti o personaggi di spicco perché sostengano la narrativa imposta.
- Impiego di sanguinose messe in scena per incolpare l’antagonista e giustificare l’intervento della NATO.
- Impiego di agenzie occidentali di mercenari e gruppi di estremisti nazisti o jihadisti.
- Sabotaggio di qualsiasi tentativo di dialogo fra le parti, fintanto che il piano di sfruttamento della guerra non sia completato.
Come da protocollo, nel 1990, agenti dei servizi iniziano a contattare gruppi estremisti musulmani in Bosnia e Ustascia in Croazia.
Seguono le elezioni in ogni singola repubblica evitando un referendum federale, e la Germania a Natale 1991, e il Vaticano nel gennaio 1992 e poi i paesi europei riconoscono le Repubbliche di Croazia e Slovenia. Per la Bosnia è più complicato, perché è stato riconosciuto il risultato del referendum a cui non avevano partecipato il 35% della popolazione: i serbi.
La guerra civile scoppia nel marzo 1992. A questo punto vengono inviati i caschi blu dell’ONU come forza di interposizione.
La guerra avrebbe potuto fermarsi nell’agosto dello stesso anno, quando a Lisbona Jose Cutilliero propone un accordo accettato dai rappresentanti delle tre etnie Radovan Karadzic, Franjo Tudsman e Aljia Izetbegovic, ma quest’ultimo è richiamato a Sarajevo e, dopo aver parlato con l’ambasciatore Warren, rifiuta il piano di pace.
Un documento congressuale del 1997 prodotto dal Comitato del Partito Repubblicano statunitense rivela: “l’Amministrazione US con il suggerimento del National Security Council di Clinton diretto da Anthony Lake ha aiutato a trasformare la Bosnia in una base islamica militante” portando al reclutamento di migliaia di Mujahidin dal mondo islamico. Questa politica è stata approvata direttamente dal Presidente Clinton nell’aprile 1994 su pressione del Direttore della CIA Anthony Lake e dell’Ambasciatore Peter Galbraith.
Il presidente autorizza l’arrivo, con l’aiuto della CIA di aiuti da parte dell’Iran a Sarajevo, solo che con armi e medicinali arrivano anche i servizi segreti iraniani che influenzeranno enormemente la politica di Izetbegović. (articolo di Michael Chossudovsky pubblicato da Global Research nel 2002 e nuovamente nel 2015 e 2019)
Secondo documenti del Los Angeles Times, questa politica è stata replicata in Kosovo.
Vorrei ricordare la granata sulla fila del pane (1992) e le due bombe sul mercato di Markalé (1994 e 1995) a Sarajevo. Quando il rifiuto di organizzare una Commissione di inchiesta per stabilire la responsabilità dell’eccidio, attribuito subito ai serbi, autorizza la NATO a bombardare a tappeto per un mese la Republika Srpska. (Mitterand, l’Anno dell’Addio di Laure Adler- David Owen, Odissea Balcanica – Bosnia Tragedy, International Action Centre).
La guerra sarebbe continuata per altri 3 anni fino all’accordo di Dayton, stilato da avvocati US, un trattato che le potenze occidentali tentano disperatamente di annullare oggi, scontrandosi con l’opposizione della Republika Srpska e dei Croati della Herzegovina.
La Republika Srpska di Krajina (confine, frontiera come l’Ucraina), composta da tre regioni ai piedi della Croazia, vengono “purificate” di ogni presenza serba nel 1995 dall’ esercito croato supportato dall’agenzia di contractor MPRI, un ramo della holding E-Communications, con la benedizione del Pentagono durante le Operazione Flash e Storm (1maggio e 4 agosto 1995) Un destino simile a quello che avrebbe potuto essere quello del Donbas.
Il progetto è sempre più evidente: togliere alla Russia passo per passo qualsiasi possibile alleato e circondarla con la NATO. Malgrado la promessa del Segretario di Stato James Baker del governo di Bush senior, di non avanzare la NATO verso Est.
Dopo quattro anni di relativa tranquillità, nel 1999 il Pentagono decide di piegare la Jugoslavia formata da Serbia e Montenegro sostenendo i presunti diritti degli albanesi del Kosovo Metohija, antica regione serba.
Come da protocollo, viene messo in scena un eccidio di civili alla Fossa di Racak in Kosovo per avere la scusa di riunire le parti al Castello di Rambouillet in Francia e imporre ai serbi un accordo simile all’occupazione. Al rifiuto dei serbi, il 24 marzo 1999 iniziano i bombardamenti di US/ NATO. Truppe NATO erano già da un paio di mesi in Macedonia in attesa di intervenire. I bombardamenti durarono 75 giorni, alla fine la NATO occuperà il Kosovo ma non la Jugoslavia grazie alla mediazione russa.
Nell’ottobre del 2000 in Serbia ha luogo una rivoluzione colorata che metterà fine al governo di Milosevic. Un misterioso gruppo di studenti OTPOR, oggi CANVAS, hanno orchestrato le dimostrazioni. Questo raggruppamento sarà un’arma segreta e verrà impiegato con successo in altri stati europei.
I russi avevano lasciato dopo 10 anni l’Afghanistan nel 1989. Un mese dopo la caduta delle torri di New York nel settembre 2001 il governo Bush jr. e i suoi ministri neocons decidono di attaccare l’Afghanistan colpevole, secondo loro, di aver progettato la tragedia. Gli US abbandoneranno il paese esattamente 20 anni dopo tra l’agosto e il settembre 2021.
Immagine: Tenet a sinistra con Powell e l’ambasciatore delle Nazioni Unite John Negroponte al Consiglio di Sicurezza, 5 febbraio 2003. (Wikimedia)
Nel 2003 è di nuovo la volta dell’Iraq, la scusa per l’attacco è la presenza di armi chimiche che il Gen. Colin Powell mostra all’Assemblea dell’ONU. Si tratta di una menzogna, Ma l’Iraq viene invaso e balcanizzato.
Nei 10 anni di tregua dall’attacco precedente, per aiutare la popolazione viene concesso l’accordo Oil for Food, il guadagno derivato dal petrolio sarebbe stato trasformato in cibo e beni di prima necessità. Saddam Hussein chiede che il pagamento avvenga in euro, non in dollari, depositati presso la Banque de Paris in Francia. La decisione gli è probabilmente valsa l’impiccagione.
US/NATO lasciano una scia di orrori e crimini che WikiLeaks ha testimoniato. In seguito gli Stati Uniti interverranno ancora nel 2014 per colpire possibili basi di Da’esh.
La Libia era indipendente con un alto livello di crescita. Il Colonnello Gheddafi, suo leader, non intendeva condividere il petrolio con le società occidentali, anzi intendeva impiegare i depositi in dollari per battere una moneta pan africana che avrebbe infastidito il dollaro e il franco Cfa (la moneta francese imposta alle 14 ex colonie).
Il vertice dell’Unione Africana il 31 gennaio 2011 avvia la creazione del Fondo Monetario africano. Sarebbe dovuto avvenire entro l’anno. Il progetto era di creare tre organismi finanziari: il Fondo Monetario africano con sede in Camerun, la Banca Centrale in Nigeria, la Banca di Investimenti a Tripoli. Lo scopo di questi organismi era di creare un mercato comune africano.
La Segretaria di Stato del governo Obama, Hilary Clinton, in accordo con il presidente francese Sarkozy (lo scambio di messaggi fra i due, pubblicati da WikiLeaks, lo provano) decidono il bombardamento del paese.
Iniziano con la scoperta di una fossa comune di 5000 corpi, prova dell’iniquità del Leader e il 19 marzo 2011 attaccano il paese. Nel frattempo tutti i depositi della Libia, pari a 150 miliardi di dollari sono sequestrati dalle banche occidentali, buona parte di questa somma evapora misteriosamente. Gheddafi viene barbaramente trucidato. Il paese è nel caos, la popolazione impoverita, gli introiti del petrolio sono incassati da gruppi di potere e multinazionali. I lavoratori africani perseguitati e ricattati sono vittime di trafficanti umani. Il paese è in mano alle tribù e alle milizie islamiche senza controllo, e diviso fra il governo di Tripoli, protetto dagli occidentali, e quello di Misurata.
E’ la volta della Siria. Scoppia la guerra civile in Siria il 15 marzo 2011, grazie all’intervento sotterraneo degli organizzatori delle primavere arabe.
In un documento ufficiale US risulta che i paesi occidentali, la Turchia e gli Stati del Golfo sostengono l’opposizione per instaurare un principato Salafita in un paese eminentemente sunnita.
Nel dicembre 2012, la Segretaria di Stato Hilary Clinton in un documento segreto (case n° F.204-20439 doc. n°5794498) parla di una relazione strategica fra Siria e Iran e suggerisce il rovesciamento di Bashar al Assad per favorire Israele come unica potenza nucleare nell’area.
Nel 2013 il presidente Obama autorizza un’operazione segreta Timber Sycamore, finanziata da Ryad, tramite la CIA allo scopo di armare, addestrare e infiltrare presunti ribelli in Siria, questa notizia sarà pubblicata dal New York Times il 24 gennaio 2016. Ovviamente non poteva mancare una messa in scena per intervenire ufficialmente. Assad viene accusato di aver impiegato armi chimiche su alcuni villaggi ignorando che la consegna di suddette armi era avvenuta a Gioia Tauro con la nave danese Ark Futura il 2 luglio 2013 grazie alla mediazione russa.
Nel settembre 2014 Gli US attaccano con l’aviazione e missili da crociera bombardando venti siti. Nel 1915 la Russia con un’ora di preavviso agli Stati Uniti, lancia i primi attacchi nella provincia di Homs, aiutando il presidente Bashar al-Assad a mantenere il controllo della Siria Occidentale.
L’intervento russo ha imposto un altro ritmo agli attacchi US/NATO. Attualmente la Russia sta portando avanti una mediazione fra Iran, Turchia e Siria. Il 19 luglio 2022 a Teheran hanno adottato una dichiarazione sul rispetto dell’integrità del territorio siriano e di prevenire qualsiasi azione che intenda violare la Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Un ulteriore incontro a Mosca delle tre parti nel dicembre 2022 ha confermato la necessità di stabilizzare la Repubblica Araba nella regione.
Arriviamo all’Ucraina. Mentre la NATO si estende fino alle frontiere russe, la Russia più volte richiede la neutralità dell’Ucraina senza ottenere risposta. Gli Stati Uniti si concentrano sull’Ucraina. I gruppi nazisti Azov vengono finanziati e addestrati, e una rivoluzione colorata è organizzata dai soliti professionisti. Conosciamo la crudeltà dei gruppi Azov a Odessa e l’intervento di cecchini mercenari dalle repubbliche turcofone espressamente inviati per tirare su folla e polizia a Piazza Maidan.
Dopo i fatti di Piazza Maidan nel febbraio 2014, le zone russofone del Donbas si separano e subiscono continui bombardamenti da parte di Kiev.
Nel 2019 la Rand Corporation (Think Tank del Pentagono) suggerisce di rendere l’Ucraina terreno di una guerra permanente per consumare le forze e le finanze della Russia.
Nel 2022 Kiev schiera 150 mila uomini davanti al Donbas e accelera i bombardamenti. A questo punto, la Russia interviene. La Svezia e la Finlandia abbandonano lo stato di neutralità e chiedono di entrare nella NATO.
Una campagna mediatica martellante crea il nemico mostro: Vladimir Putin e la Russia.
La situazione prende risvolti sempre più gravi. L’invio di armi da parte di tutti i membri della NATO in pratica trasforma questi paesi in belligeranti in una guerra non dichiarata, mentre gli US sono registi di un’operazione che coinvolge l’Europa in una possibile Terza Guerra Mondiale proxy.
Se viene confermato l’invio di missili a lunga gittata a Kiev, è possibile che la Russia apra un nuovo fronte dalla Bielorussia.
E’ anche probabile che la NATO possa aprire un nuovo fronte anche nei Balcani per ottenere la chiusura del Turk Stream, l’ultimo pipeline dalla Russia rimasto che rifornisce una serie di paesi fino all’Ungheria e l’Austria.
La Serbia è volutamente sotto pressione tramite il Kosovo, e US/EU chiedono al governo serbo di aderire alle sanzioni contro la Russia minacciando di bloccare i visti per l’Europa. La Russia non può perdere i Balcani e ha affermato la sua volontà di reagire.
Cosa ci aspetta ancora?
Un fronte a Taiwan con la Cina, in particolare se il progetto di battere una moneta nuova con i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), a cui recentemente hanno chiesto di aderire anche Iran, Turchia e Algeria, si realizzasse.
Per concludere, le forze US/NATO hanno sdoganato la corruzione come arma di guerra, e ovunque sono intervenute per instaurare la democrazia hanno lasciato instabilità e miseria.
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L’immagine in primo piano è tratta da Mideast Discourse