La Svezia lancia un diversivo sulla Russia per giustificare il raddoppio della propria flotta aerea
Nessuno dei membri europei della NATO vuole seguire le istruzioni presupposte al vertice del Galles, cioè aumentare al 2% del PIL la spesa per la Difesa e destinarne il 20% per acquistare materiale bellico moderno, la Svezia non essendo membro della NATO, lo fa di propria iniziativa.
L’esercito svedese ha annunciato un’operazione di ricerca aeronavale, su informazioni di possibili attività subacquee sospette intorno alle isole al largo di Stoccolma. I media internazionali hanno parlato immediatamente di un sottomarino russo danneggiato, riferendosi alla tragedia del sottomarino Kursk, accaduta oltre un decennio fa. Solo il Ministero della Difesa della Federazione russa rispose: “per ridurre le tensioni nel Mar Baltico e risparmiare denaro dei contribuenti svedesi, si consiglia di chiedere chiarimenti al comando della marina olandese. Da una settimana il sottomarino diesel-elettrico olandese Bruinvis conduce nel Mar Baltico, presso Stoccolma, esercitazioni con emersioni d’emergenza simulate, come mostrato le immagini di ciò che è considerato misterioso“. Per convincere l’opinione pubblica svedese sul pericolo della minaccia che corre il Paese, si è passati a un piccolo diversivo utilizzando l’arsenale della pubblicità sui media, volto a suggerire che l’aggressività della Russia aumenta di giorno in giorno. L’Intelligence Service, FRA, oltre l’esercito svedese, è responsabile dello spionaggio elettronico. Utilizza un aereo Gulfstream IVSP convertito nell’S102B Korpen, con attrezzature da ricognizione e disturbo radio-elettronico (SIGINT e ELINT). Il FRA ha pubblicato una foto dell’aereo russo Su-27 Flanker intercettato dal S102B Korpen da qualche parte sul Mar Baltico, avvicinandosi a 10 m. Come in altri scenari, ideati dal quartier generale della NATO, sulla presunta invasione russa dell’Ucraina, gli svedesi non dicono nulla su data, ora e dettagli del luogo in cui si sarebbe verificato l’incidente. Ciò suggerisce che anche in tale caso si tratti di un fotomontaggio del peggiore tipo.
La Svezia non è un membro della NATO, ma lavora a stretto contatto con gli Stati Uniti in campo militare, ed ha deciso di integrare il bilancio della Difesa con oltre 5 miliardi di euro per acquistare 22 JAS-39E/F Gripen-NG (inizialmente previsti per la Svizzera), oltre ad altri 18 JAS-39E/F. Tutti gli aerei JAS 39E/F-NG svedesi (60) saranno operativi nel 2018. L’armamento accelerato della Svezia è rilevante se visto con il prisma dei rapporti scientifici dell’US Geological Survey, secondo cui nel Mar Glaciale Artico ci sarebbero il 13% delle riserve di petrolio non ancora sfruttate nel mondo e il 30% delle riserve di gas naturale. Già solo il 70% di queste riserve si trova nel Mare di Barents, in particolare nella zona dell’Artico russo. Dato che non ha giacimenti di petrolio e che deve importarlo, la Svezia ha aderito con Stati Uniti, Canada, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Estonia, Lettonia e Lituania al nuovo concetto di mini-NATO artica, apparso nel 2011. Tale idea fornisce il mezzo per l’appropriazione e lo sfruttamento con la forza delle risorse di petrolio e gas del Mar Glaciale Artico della Russia. Nell’ambito di tale piano è necessario armare di missili da crociera in grado di colpire Mosca i vassalli più prossimi alla capitale russa: Finlandia e Polonia. Polonia, Paesi baltici e Finlandia travolti dalla febbre degli armamenti
L’aeronautica svedese dispone di 120 aerei JAS-39, di cui 63 della versione più vecchia A/B e 57 della seconda versione C/D. A seguito del referendum in Svizzera nel maggio 2014, il contratto per l’acquisto di 22 aerei JAS-39E/F Gripen, la terza versione NG (Next Generation), per 3,5 miliardi di dollari, è stato annullato. I tre velivoli già consegnati all’aeronautica svizzera sono stati rispediti alla fabbrica svedese SAAB. Nonostante la battuta d’arresto svizzera, il governo ritiene che lo sviluppo di nuove versioni del JAS-39 Gripen NG sia essenziale per l’industria del Paese, essendo il velivolo il favorito nella fase finale del programma di selezione brasiliano FX-2. Lo JAS-39E/F (NG) è apparso dopo che British Aerospace è entrata nella società SAAB con l’intenzione di sviluppare una versione da esportazione (BSE: Export baseline Standard) del JAS-39 Gripen. I cambiamenti riguardano il radar Raven ES-05 AESA (a scansione elettronica attiva) che rileva bersagli aerei a una distanza di 120-180 km, e l’apparecchiatura G-Skyward, utilizzata per rilevare bersagli agli infrarossi e per il puntamento, entrambi prodotti dalla società (italiana) Selex. Il motore F-404 della statunitense General Electric (uno dei due a bordo del F/A-18 Hornet) è prodotto su licenza da Volvo che ne ha aumentato la potenza del 20%. Il nuovo velivolo ha una sonda retrattile per il rifornimento aereo. Il JAS-39E/F-NG ha una velocità massima di Mach 2 e un’autonomia di 1200 km, operatività affidabile e può decollare e atterrare in condizioni invernali su tratti autostradali. Lo JAS-39 Gripen è stato testato in condizioni di combattimento reali nel 2011, quando il governo svedese rispose alla richiesta della NATO d’imporre la no-fly zone sulla Libia. La Svezia ha partecipato con otto aerei JAS-39C/D Gripen che operavano dalla base aerea di Sigonella, in Sicilia. Le aeronautiche di Repubblica Ceca e Ungheria sono dotate di JAS-39 Gripen C/D, mentre l’aeronautica thailandese ha 6 JAS-39C/D dal 2011, e altri 6 da consegnare dal 2013.
Avic – Réseau International
Alessandro Lattanzio – SitoAurora