La “Demolizione Controllata” dello Stato di Palestina
Grandangolo – Pangea
“Le demolizioni controllate di Israele stanno radendo al suolo i quartieri di Gaza”, titola il New York Times. Le forze terrestri israeliane minano e fanno saltare scuole, moschee, quartieri residenziali, in una sistematica demolizione di edifici e infrastrutture. Ciò conferma che scopo della guerra è quello di rendere Gaza inabitabile, rendendo inevitabile la “delocalizzazione”, ossia la deportazione, della popolazione palestinese, con la conseguente cancellazione del Territorio palestinese di Gaza e allo stesso tempo quello della Cisgiordania, affossando definitivamente la possibilità che i Palestinesi abbiano un proprio Stato sovrano, come deciso dalle Nazioni Unite 77 anni fa.
Un resoconto ufficiale della Nazioni Unite, inviato da Gaza, descrive così la situazione: “Continuano ad arrivare a Rafah a migliaia, in situazioni disperate, da diverse parti di Gaza. Si costruiscono dei rifugi di fortuna con qualsiasi materiale su cui riescono a mettere le mani. Ho visto uomini e bambini scavare in cerca di mattoni per poter tenere in piedi tende fatte con sacchetti di plastica. Si tratta di un enorme disastro umanitario. Il blackout delle comunicazioni è continuato per il sesto giorno consecutivo, aumentando la confusione e la paura. Alcuni palestinesi rilasciati hanno descritto di essere stati picchiati, umiliati, sottoposti a maltrattamenti e a ciò che potrebbe equivalere a tortura. Hanno riferito di essere stati bendati per lunghi periodi Ci sono uomini che sono stati rilasciati – ma solo in mutande, senza nient’altro addosso per ripararsi dal freddo. Ciò che raccontano conferma i rapporti che il nostro Ufficio ha raccolto sulla detenzione su vasta scala di palestinesi, Alle famiglie dei detenuti – che si ritiene siano migliaia – non vengono fornite informazioni sulla sorte o sull’ubicazione dei loro cari.”
La guerra di Israele a Gaza ha provocato finora la morte di oltre 25.000 persone, per il 70% donne e bambini. Altre migliaia sono rimaste sepolte sotto le macerie. Oltre 60.000 sono rimaste ferite: La maggior parte sta morendo perché le forze israeliane distruggono gli ospedali o li lasciano senza elettricità né medicinali. A questi si aggiunge un numero non quantificato, ma sicuramente altissimo, di morti provocate dalla fame e dal freddo nei campi profughi.
In tale situazione, in cui Israele è imputato di genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU, l’Italia, sulla scia degli Stati Uniti, ha sospeso i finanziamenti alla Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso dei Palestinesi a Gaza, accusata senza alcuna prova dai servizi segreti israeliani di complicità nell’attacco di Hamas del 7 Ottobre.
Manlio Dinucci
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