La Democrazia Elettorale Usa: Dollari, Voti Truccati e Proiettili
La direttrice dei Servizi Segreti USA, Kimberly A. Cheatle, si è dimessa dal suo incarico per l’incapacità dimostrata di proteggere Donald Trump dall’attentato. Nell’audizione al Congresso ha rifiutato di dire quanti agenti erano addetti alla protezione di Trump e perché i servizi segreti non presidiassero un limitrofo complesso di magazzini, dal cui tetto ha sparato l’attentatore nonostante il complesso fosse presidiato dalla polizia locale. La Cheatle non ha neppure spiegato come sia stato possibile che, quando vari partecipanti al comizio hanno avvertito gli agenti dei servizi segreti e della polizia della presenza di un uomo armato sul tetto, nessuno si è mosso. Tutto ciò getta un’ombra minacciosa sull’intera vicenda, rendendo poco credibile la versione ufficiale che l’attentato sia opera di una singola persona: un ventenne, che tra l’altro aveva dimostrato scarse capacità al corso di tiro del suo liceo, ucciso immediatamente dai tiratori scelti della polizia che avrebbero potuto invece bloccarlo con un colpo non mortale in modo da poterlo interrogare nell’indagine.
Uscito vivo dall’attentato, Donald Trump appariva ormai il candidato vincente delle prossime presidenziali. Il ritiro del presidente Biden e la scesa in campo della vice Kamala Harris hanno però ridato fiato ai Democratici. Hanno raccolto in un solo giorno oltre 50 milioni di dollari di donazioni online, le più cospicue degli ultimi anni. A rendere la situazione ancora più incerta è lo stesso sistema elettorale statunitense. Oltre il 20% degli elettori vive in giurisdizioni che utilizzavano macchine per il voto elettronico senza tracce cartacee, Queste macchine per il voto elettronico, gestite da società private, memorizzano i voti nella loro memoria.
“La mancanza di un documento fisico a supporto del voto elettronico significa che i funzionari elettorali devono confidare che le macchine non funzionino male e non modifichino o perdano un voto, o che gli operatori elettorali non alterino inavvertitamente i voti, o che le macchine non siano state violate”, avverte Douglas Jones, professore di informatica dell’Università dell’Iowa che ha trascorso decenni a studiare l’uso dei computer nelle elezioni. Per di più, un numero record di elettori, oltre 65 milioni, invia il proprio voto per posta. Gli uffici postali vengono ingolfati da circa 130 milioni di plichi con i voti degli elettori. Non essendoci personale sufficiente, lo spoglio delle schede viene svolto in gran parte da società private esterne. Tale sistema lascia ampi margini alla manipolazione dei dati, permettendo di spostare voti in modo truffaldino da un candidato all’altro.
Manlio Dinucci
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