Joe Biden recluta gli alleati

L'arte della guerra. Dopo aver lanciato l’attacco dal Mediterraneo Orientale – area delle Forze navali del Comando Europeo degli Stati uniti, con quartier generale a Napoli-Capodichino – la portaerei Eisenhower ha attraversato il 2 aprile l’appena riaperto Canale di Suez

Joe Biden lo aveva annunciato nel suo programma elettorale: «Mentre il presidente Trump ha abbandonato alleati e partner, e abdicato alla leadership americana, come presidente farò immediatamente passi per rinnovare le alleanze degli Stati uniti, e far sì che l’America, ancora una volta, guidi il mondo» (il manifesto, 10 novembre 2020). Promessa mantenuta. La portaerei Dwight D. Eisenhower e il suo gruppo di battaglia, composto da 5 unità lanciamissili, hanno «attaccato dal Mediterraneo Orientale postazioni dello Stato Islamico in Siria e Iraq» poiché questo «ha rivendicato un attacco a Palma in Mozambico». Lo comunica ufficialmente la US Navy il 31 marzo, senza spiegare come l’Isis, sconfitto in Siria e altrove soprattutto in seguito all’intervento russo, ricompaia ora minaccioso con sospetta puntualità.

Dopo aver lanciato l’attacco dal Mediterraneo Orientale – area delle Forze navali del Comando Europeo degli Stati uniti, con quartier generale a Napoli-Capodichino – la portaerei Eisenhower ha attraversato il 2 aprile l’appena riaperto Canale di Suez, entrando nell’area del Comando Centrale Usa che comprende il Golfo Persico. Qui si è unita alla portaerei francese Charles de Gaulle che, su richiesta di Washington, ha assunto il 31 marzo il comando della Task Force 50 del Comando Centrale Usa, schierata non contro l’Isis ma in realtà contro l’Iran. Il fatto che Washington abbia chiesto a Parigi di guidare con la sua nave ammiraglia una forza navale Usa rientra nella politica della presidenza Biden, che mantiene comunque il controllo della catena di comando poiché la Task Force 50 dipende dal Comando Centrale Usa.

Lo conferma l’esercitazione Warfighter che, pianificata dall’Esercito Usa, viene effettuata dal 6 al 15 aprile da divisioni statunitensi, francesi e britanniche a Fort Hood e Fort Bliss in Texas, a Fort Bragg in North Carolina, e a Grafenwoehr in Germania. In questa esercitazione, brigate francesi e britanniche operano all’interno di una divisione Usa, mentre brigate Usa operano all’interno di divisioni francesi e britanniche, sempre però secondo il piano Usa. La Warfighter integra la grande esercitazione in corso Defender-Europe 21, che l’Esercito Usa in Europa e Africa effettua fino a giugno insieme ad alleati e partner europei e africani, per dimostrare «la capacità degli Stati uniti di essere partner strategico nei Balcani e nel Mar Nero, nel Caucaso, in Ucraina e Africa».

Partecipa alla Defender-Europe 21 il V Corpo dell’Esercito Usa che, appena riattivato a Fort Knox nel Kentuky, ha costituito il proprio quartier generale avanzato a Poznan in Polonia, da dove comanda le operazioni contro la Russia. Il 31 marzo, su richiesta statunitense, il generale polacco Adam Joks è stato nominato vice-comandante del V Corpo dell’Esercito Usa. «È la prima volta- comunica l’Ambasciata Usa a Varsavia – che un generale polacco entra nella struttura di comando militare degli Stati uniti». In altre parole, il generale Adam Joks continua a far parte dell’esercito polacco ma, quale vice-comandante del V Corpo Usa, dipende ora direttamente dalla catena di comando che fa capo al Presidente degli Stati uniti.

Rientrano nella stessa politica le nuove Brigate di assistenza delle forze di sicurezza, unità speciali dell’Esercito Usa che «organizzano, addestrano, equipaggiano e consigliano forze di sicurezza straniere». Sono impegnate «a sostegno di una legittima autorità di governo» in Medioriente, Asia, Africa, America Latina ed Europa, attualmente nel quadro della Defender-Europe. Esse sono un efficace strumento per lanciare, con la copertura dell’«assistenza», operazioni militari di fatto sotto comando Usa.

Ciò spiega perché, dopo una relativa tregua, il capo di stato maggiore ucraino, Ruslan Khomchak, ha dichiarato il 1° aprile che l’esercito di Kiev «si sta preparando per l’offensiva nell’Ucraina orientale», ossia contro la popolazione russa del Donbass, usando anche «forze di difesa territoriale» (come il reggimento neonazista Azov), e che in tale operazione «è prevista la partecipazione di alleati Nato».

Manlio Dinucci


Comment on Global Research Articles on our Facebook page

Become a Member of Global Research


Articles by: Manlio Dinucci

About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

Disclaimer: The contents of this article are of sole responsibility of the author(s). The Centre for Research on Globalization will not be responsible for any inaccurate or incorrect statement in this article. The Centre of Research on Globalization grants permission to cross-post Global Research articles on community internet sites as long the source and copyright are acknowledged together with a hyperlink to the original Global Research article. For publication of Global Research articles in print or other forms including commercial internet sites, contact: [email protected]

www.globalresearch.ca contains copyrighted material the use of which has not always been specifically authorized by the copyright owner. We are making such material available to our readers under the provisions of "fair use" in an effort to advance a better understanding of political, economic and social issues. The material on this site is distributed without profit to those who have expressed a prior interest in receiving it for research and educational purposes. If you wish to use copyrighted material for purposes other than "fair use" you must request permission from the copyright owner.

For media inquiries: [email protected]