In Europa i missili ipersonici degli Usa . È corsa al riarmo
In casa la guerra spaziale. La task force atomica a 5 minuti da Mosca. Ma la Russia, dopo Trump, ha la stessa arma
Quando circa sei anni fa titolammo su il manifesto (9 giugno 2015) «Ritornano i missili a Comiso?», la nostra ipotesi che gli Usa volessero riportare i loro missili nucleari in Europa fu ignorata dall’intero arco politico-mediatico. Gli avvenimenti successivi hanno dimostrato che l’allarme, purtroppo, era fondato. Ora, per la prima volta, abbiamo la conferma ufficiale. L’ha data pochi giorni fa, l’11 marzo, una delle massime autorità militari Usa, il generale James C. McConville, capo di stato maggiore dell’Esercito degli Stati uniti. Non in un’intervista alla Cnn, ma in un intervento – di cui abbiamo qui la trascrizione ufficiale – a un meeting di esperti alla George Washington School of Media and Public Affairs. Il generale McConville non solo comunica che lo US Army si sta preparando a installare nuovi missili in Europa, abbastanza evidentemente diretti contro la Russia, ma rivela che saranno missili ipersonici, un nuovo sistema d’arma di estrema pericolosità. Ciò crea una situazione ad altissimo rischio, analoga se non peggiore di quella in cui si trovava l’Europa durante la guerra fredda, quale prima linea del confronto nucleare tra Stati uniti e Unione sovietica.
I MISSILI IPERSONICI – con velocità superiore a 5 volte quella del suono (Mach 5), ossia più di 6.000 km/h – sono un «salto di qualità»; costituiscono infatti un nuovo sistema d’arma con capacità di attacco nucleare superiore a quella dei missili balistici. Mentre questi seguono una traiettoria ad arco per la maggior parte al di sopra dell’atmosfera, i missili ipersonici seguono invece una traiettoria a bassa altitudine nell’atmosfera direttamente verso l’obiettivo, che raggiungono in minor tempo penetrando le difese nemiche (vedi scheda).
Dall’alto in basso le traiettorie dei diversi nuovi missili Usa: balistico, ipersonico con propulsione a razzo, ipersonico a statoreattore © «Difesa online»
Nel suo intervento alla George Washington School of Media and Public Affairs – un vertice di esperti -, il generale McConville rivela che lo US Army sta preparando una «task force» dotata di «capacità di fuoco di precisione a lungo raggio che può arrivare ovunque, composta da missili ipersonici, missili a medio raggio, missili per attacchi di precisione» e che «questi sistemi sono in grado di penetrare lo spazio dello sbarramento anti-aereo». Il generale precisa poi che «prevediamo di schierare una di queste task force in Europa e probabilmente due nel Pacifico» (abbastanza evidentemente dirette contro la Cina). Sottolinea quindi che «le stiamo costruendo in questo momento, mentre stiamo parlando».
Ciò viene confermato dalla Darpa (Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della Difesa). In un comunicato ufficiale informa di aver incaricato la Lockheed Martin di fabbricare «un sistema missilistico ipersonico a raggio intermedio con lancio da terra», ossia missili con gittata tra 500 e 5500 km della categoria che era stata proibita dal Trattato sulle forze nucleari intermedie firmato nel 1987 dai presidenti Gorbaciov e Reagan, stracciato dal presidente Trump nel 2019. Secondo le specifiche tecniche fornite dalla Darpa, «il nuovo sistema permette ad armi ipersoniche glide con propulsione a razzo di colpire con rapidità e precisione bersagli di importanza critica e prioritaria, penetrando moderne difese aeree nemiche. L’avanzata propulsione a razzo può trasportare vari carichi bellici a più distanze ed è compatibile con piattaforme terrestri di lancio mobili, che possono essere dispiegate rapidamente».
IL CAPO DI STATO maggiore dell’Esercito e l’Agenzia di ricerca del Pentagono informano dunque che tra non molto gli Stati uniti schiereranno in Europa (si parla di una probabile prima base in Polonia o Romania) missili ipersonici armati di «vari carichi bellici», ossia di testate nucleari e convenzionali. I missili ipersonici nucleari a raggio intermedio installati su «piattaforme terrestri mobili», ossia su speciali veicoli, potranno essere rapidamente dispiegati nei paesi Nato più vicini alla Russia (ad esempio le repubbliche baltiche). Avendo già oggi la capacità di volare a circa 10.000 km/h, i missili ipersonici saranno in grado di raggiungere Mosca in circa 5 minuti. Anche la Russia – ecco l’elemento anch’esso nuovo e pericoloso – sta realizzando missili ipersonici a raggio intermedio ma, lanciandoli dal proprio territorio, non può colpire Washington.
I missili ipersonici russi potranno però raggiungere in pochi minuti le basi Usa, anzitutto quelle nucleari come le basi di Ghedi e Aviano, e altri obiettivi in Europa. La Russia, come gli Stati uniti e altri, sta schierando nuovi missili intercontinentali: l’Avangard è un veicolo ipersonico con raggio di 11.000 km e armato di più testate nucleari che, dopo una traiettoria balistica, plana per oltre 6.000 km alla velocità di quasi 25.000 km/h. Missili ipersonici li sta realizzando anche la Cina. Poiché i missili ipersonici sono guidati dai sistemi satellitari, il confronto-reazione si svolge sempre più nello spazio: a tale scopo è stata creata nel 2019 dall’amministrazione di Donadl Trump il sesto settore militare statunitense, la Forza Spaziale degli Stati uniti.
LE ARMI IPERSONICHE, di cui vengono dotate anche le forze aeree e navali che hanno maggiore mobilità, aprono una nuova fase della corsa agli armamenti nucleari, rendendo in gran parte superato il trattato New Start appena rinnovato da Usa e Russia.
La corsa al riarmo passa sempre più dal piano quantitativo (numero e potenza delle testate nucleari) a quello qualitativo (velocità, capacità penetrante e dislocazione geografica dei vettori nucleari). La risposta, in caso di attacco o presunto tale, viene sempre più affidata all’intelligenza artificiale, che deve decidere il lancio dei missili nucleari in pochi secondi o frazioni di secondo. Aumenta in modo esponenziale la possibilità di una guerra nucleare per errore, rischiata più volte durante la guerra fredda. Il «Dottor Stranamore» non sarà un generale pazzo, ma un supercomputer impazzito. Mancando l’intelligenza umana per fermare questa folle corsa alla catastrofe, dovrebbe almeno scattare l’istinto di sopravvivenza, risvegliatosi finora solo per il Covid-19.
Le tipologie della nuova arma
- Quelli con propulsione a razzo rilasciano una testata glide (ad aliante) che plana a velocità ipersonica tra 50 e 100 km di altitudine, manovrando per evitare i missili intercettori.
- Quelli con statoreattore (propulsore a getto) volano a bassa quota, a velocità ipersonica, seguendo il contorno del terreno e manovrando come missili da crociera. Data la curvatura della Terra, essi vengono avvistati dai radar terrestri solo quando sono a 1-2 minuti dall’obiettivo. Il loro avvistamento radar è reso più difficile dal fatto che a velocità ipersonica, si forma attorno alla testata una guaina di plasma ad alta temperatura.
Gli Usa stanno realizzando i seguenti missili ipersonici:
- Un missile a raggio intermedio su lanciatore mobile per l’Esercito, sviluppato dalla Darpa e costruito dalla Lockheed Martin nel programma Operational Fires.
- Un missile a lungo raggio con propulsione a razzo e testata glide, lanciato da terra, per l’Esercito. Un missile da pronto attacco con propulsione a razzo e testata glide, lanciato da unità di superficie e sottomarini della Marina.
- Un missile a statoreattore e uno con propulsione a razzo e testata glide per l’Aeronautica.
Manlio Dinucci