GAZA: Sterminio col Fosforo Bianco

Amnesty International e Human Rights Watch hanno raccolto le prove, anche video, che Israele usa contro la popolazione di Gaza, oltre alle bombe sganciate dagli aerei,  proiettili di artiglieria  al fosforo bianco, una vera e propria arma di sterminio. 

Il fosforo bianco provoca gravi ustioni, spesso fino alle ossa, che sono lente a guarire e possono sviluppare infezioni. Se non vengono rimossi tutti i frammenti di fosforo bianco, questi possono aggravare le ferite e riaccendersi se esposti all’ossigeno. Le ustioni da fosforo bianco su appena il 10% del corpo umano sono spesso letali. Chi sopravvive alle ferite spesso soffre per tutta la vita. 

I morti a Gaza sono finora circa 3.500, i feriti circa 15.000. Data la mancanza di medicinali e attrezzature mediche a causa dell’embargo israeliano, la maggior parte dei feriti è destinata a morire. Si aggiungono a questi oltre 1.300 dispersi rimasti sepolti sotto le macerie, tra cui 600 bambini. Mentre proseguono i bombardamenti, che hanno colpito anche un ospedale provocando centinata di vittime, il comando israeliano ha ordinato a un milione di palestinesi, la metà della popolazione di Gaza,  di evacuare la parte settentrionale per ammassarsi a sud. Intanto l’esercito israeliano invia altri carrarmati ai confini di Gaza in vista di un’invasione su larga scala.

Il presidente Biden ha visitato Israele per dimostrare all’Alleato “la solidarietà statunitense di fronte al brutale attacco terroristico di Hamas”. Ritornato a Washington, Biden ha fatto sapere che  chiederà al Congresso altri 14 miliardi di dollari in aiuti militari a Israele “per la sua guerra contro Hamas” e altri 60 miliardi di dollari all’Ucraina “per combattere la Russia”. 

Ciò costituisce una ulteriore conferma di quanto documentato nella puntata 113 di Grandangolo: l’attacco di Hamas alla popolazione israeliana nelle aree limitrofe alla barriera di Gaza, che ha provocato un migliaio di vittime, fa parte di una operazione organizzata dai servizi segreti (Mossad, Cia e altri) analoga all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, che fece da innesco alla “guerra globale al terrorismo” scatenata dagli Stati Uniti  con l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq. 

L’obiettivo de “L’11 Settembre del Medioriente” è non solo quello di spazzare via i territori palestinesi, ma di aprire un fronte di guerra, in particolare contro l’Iran, in un Medioriente in cui gli Stati Uniti e le potenze europee stanno perdendo terreno, in particolare con la prossima entrata di Iran e Arabia Saudita nei Brics insieme a Cina e Russia.

Manlio Dinucci

 

 

Al termine Pangea Grandangolo INCONTRI sulla iniziativa del 14 ottobre a Badia a Settimo per l’uscita dell’Italia dal sistema di guerra.

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About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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