Dietro il Dibattito Harris-Trump

Nel dibattito tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Kamala Harris ha dichiarato: “L’agenda di Putin non riguarda solo l’Ucraina. Gli Alleati europei sono grati che noi comprendiamo l’importanza della più grande alleanza militare che il mondo abbia mai conosciuto, che è la NATO. Ciò che abbiamo fatto è preservare la capacità di Zelensky e degli Ucraini di combattere per la loro indipendenza. Altrimenti, Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sul resto dell’Europa.” La Harris capovolge in tal modo la realtà, nascondendo il fatto che è stata la NATO sotto comando USA ad aggredire la Russia, espandendosi con basi militari e armi nucleari sempre più a ridosso del suo territorio, organizzando nel 2014 con forze neonaziste il colpo di stato in Ucraina e il conseguente attacco ai Russi di Ucraina. Guerra a oltranza, dunque, contro la Russia. In tale quadro – scrive il New York Times – “il presidente Biden sembra sul punto di spianare la strada all’Ucraina per il lancio di armi occidentali a lungo raggio in profondità nel territorio russo, a patto che non utilizzi armi fornite dagli Stati Uniti.” In altre parole, Biden autorizzerà gli Alleati europei a fornire all’Ucraina armi a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo. La Gran Bretagna è già pronta a farlo. “L’esercito ucraino non è in grado di sferrare attacchi a lungo raggio con armi occidentali. – sottolinea il presidente Putin – Ciò è possibile solo utilizzando i dati di intelligence dei satelliti NATO. Non si tratta di permettere al regime ucraino di attaccare la Russia con queste armi, ma di decidere se i paesi della NATO siano direttamente coinvolti nel conflitto o meno. Se la decisione verrà presa, significherà che i paesi della NATO, gli Stati Uniti e i paesi europei, saranno in guerra con la Russia. E se è così, allora, tenendo presente il cambiamento nell’essenza stessa di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate in base alle minacce che verranno create nei nostri confronti”. Poiché i missili a lungo raggio possono essere armati sia di testate non-nucleari che nucleari, la Russia sarebbe esposta a un più alto rischio di attacco nucleare.

Al dibattito con la Harris, Donald Trump ha detto che “la situazione sta peggiorando, potrebbe portare alla terza guerra mondiale. Putin ha armi nucleari. Nessuno ci pensa. E alla fine le userà. Una cosa di cui non ci piace parlare. A nessuno piace parlarne.” Ha quindi sottolineato: “Penso che sia nell’interesse degli Stati Uniti terminare questa guerra e negoziare un accordo.” Trump semplifica però il modo in cui, se divenisse Presidente degli Stati Uniti, potrebbe realizzare tale accordo.: “Se fossi stato presidente, la guerra non sarebbe mai iniziata. Conosco Putin molto bene e Putin mi rispetta, mentre non rispetta Biden.” La visione semplicistica che la guerra potrebbe terminare con un accordo personale tra i due Presidenti, ignora il fatto che essa è stata fatta esplodere dai poteri forti degli Stati Uniti e dell’Occidente che stanno perdendo il predominio finora mantenuto nel mondo e che cercano di conservare con la guerra. E lo scenario bellico europeo è collegato a quello mediorientale, dove divampa una guerra di cui Trump, come la Harris, attribuisce la responsabilità non a Israele sostenuto dagli USA ma all’Iran, alleato di Russia e Cina, la più temuta dagli USA e dallo stesso Trump per le sue grandi capacità economiche.

Manlio Dinucci

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Articles by: Manlio Dinucci

About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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