Dell’intervento militare in Siria: a chi credere, BHL o Jalili?
Siria, agosto 2012 – Il filosofo “umanista” BHL ritiene che sia tempo che il capo di Stato francese, François Hollande, segua l’esempio di Nicolas Sarkozy e della sua gestione del conflitto libico. Col cuore affranto, BHL non riesce più a nascondere la sua delusione nei confronti del presidente Hollande che, secondo lui, ha dimenticato le promesse che aveva fatto durante la campagna elettorale (nella foto, Bernard Henri-Levy, oramai solo BHL)
Generalità
Confessiamo ai nostri lettori che non sappiamo cosa scrivere oggi come editoriale. La guerra imperialista contro la Siria si intensifica e cadono le maschere. Il rappresentante speciale dell’ONU per risolvere il conflitto siriano, Kofi Annan, si è dimesso (1) dopo avere offerto ai congiurati un tempo prezioso per rafforzare i loro ranghi e lanciare una nuova ondata di “attentati catastrofici” nelle città siriane. Curiosa coincidenza, la segretaria di Stato degli Stati Uniti, Hillary Clinton, aveva qualche giorno prima proferito minacce al governo siriano, precisamente al presidente Assad, perché si dimettesse al fine di evitare un “assalto catastrofico” (2); cosa che pone un interrogativo sul vero ruolo giocato dall’Impero statunitense nella sedicente “rivoluzione siriana”. Da parte sua, il presidente statunitense Barack Obama ha firmato un documento segreto che autorizza l’aiuto statunitense ai gruppi armati siriani (3).
Conoscete peraltro sufficientemente i leader della Santa Alleanza arabo-atlantica per cogliere il ridicolo dei loro discorsi sulla libertà, la giustizia, la democrazia e i diritti dell’uomo. Io capisco, in questo senso, che soprattutto in Arabia Saudita, le donne non hanno il diritto di guidare; capisco bene che fino ad oggi gli emiri e i sultani arabi hanno regnato arbitrariamente, senza alcuna costituzione (4), e che il loro “serraglio è in pieno disordine, e che è pieno di diatribe e di divisioni intestine” (5); capisco anche che i nuovi califfi di Istanbul, che denunciano la “violazione” dei diritti umani in Siria, non esitano ad attizzare il fuoco dell’odio sciovinista e religioso contro le minoranze curda e alauita locali, in primo luogo, e contro la minoranza sciita in tutto il mondo mussulmano, in secondo luogo; capisco chiaramente che, in un certo momento storico, i grandi valori fondamentali dell’Occidente di libertà, di democrazia e di legge si mescolano a quelli del dispotismo oscurantista arabo e dell’islamismo califfale turco, per creare in questo modo una Santa Alleanza contro la Siria.
E tuttavia, quello che non capisco in questa commedia burlesca detta “primavera araba” è che l’attore principale non sia un arabo, evidentemente, ma un filosofo prosaico e fastidioso, conosciuto col nome di Bernard Henri-Levy, oramai BHL. Dietro BHL c’è però di nuovo un comitato segreto che spinge e più o meno obbliga questo moschettiere “primaverile” a giocare il ruolo che si conosce.
BHL: fantasia, dandismo e bombardamento aereo
Il filosofo “umanista” BHL ritiene che sia tempo che il capo di Stato francese, François Hollande, segua l’esempio di Nicolas Sarkozy e della sua gestione del conflitto libico. Col cuore affranto, BHL non riesce più a nascondere la sua delusione nei confronti del presidente Hollande che, secondo lui, ha dimenticato le promesse che aveva fatto durante la campagna elettorale. BHL le ricorda al presidente Hollande, chiedendogli di essere abbastanza coraggioso da prendere una decisione ferma e storica e dare il semaforo verde al bombardamento della Siria, seguendo lo scenario libico. Dopo un lungo sospiro, BHL infine manifesta il suo disappunto: “Sono deluso da Hollande”, dichiara in una intervista a Le Parisien (6).
Secondo il nostro intellettuale “universalista”, se le belle parole e i discorsi non sono sufficienti a convincere i Russi e i Cinesi ad abbandonare il presidente siriano Assad, “i piani di attacco sono pronti” ammette. A dire il vero, per qualche istante ho avuto l’impressione che fosse l’ammiraglio Kornilov (7) mentre parlava al suo Stato Maggiore nella fortezza di Sebastopoli, e non BHL al Parisien. Il nostro filosofo “assunse una fisionomia pensosa, strinse le labbra e mantenne questo atteggiamento fino alla fine della partita” (8). Con il suo modo abituale di divulgare i grandi temi, BHL semplifica il conflitto in Siria riducendolo ad una lotta tra i moschettieri della libertà e il despota di Damasco. Inoltre BHL presenta la sua idea di una soluzione concreta, ma ferma, della crisi siriana; divulga piuttosto la soluzione: “Non occorre granché, tutti lo sanno, per dare il colpo di grazia al regime. Manca solo un pilota nell’aereo. E anche se gli aerei sono turchi, il pilota può e deve essere francese”. (9)
BHL continua, con sua abituale dandismo, a presentare i suoi piani militari, la sua “idea” di un nuovo Medio oriente in cui regneranno la democrazia e la libertà (sic): “Ciò vorrebbe dire prendere atto del miserevole fallimento delle Nazioni Unite. E realizzare una alleanza ad hoc con la Lega araba e questa volta i Turchi” (10). In altre parole, questo filosofo “umanista, universalista, sostenitore di tutte le vittime di tutte le oppressioni senza eccezione” (11) invita alla formazione di una Santa Alleanza che comprenda sotto la sua veste bianca la democrazia borghese occidentale, l’islamismo califfale turco e i dispotismo oscurantista arabo.
“Che tu sia colma di gioia, figlia di Sion! Che tu grida di gioia, figlia di Gerusalemme! Ecco il tuo Re viene a te; Egli è giusto e vittorioso. Egli è umile e in groppa ad un asino, su di un asino, il figlio di un’asina” (12)
Con l’occhio destro accigliato, BHL si domanda se lo scenario libico ha dato buoni risultati, perché non seminare allo stesso modo la Siria? Noi ci ricordiamo ancora i bei tempi in cui BHL giocava a fare Lawrence d’Arabia in Libia. In una trasmissione dell’epoca – “Revu et Corrigé” di Paul Amar su France 5, poi su Europe 1, il 20 marzo 2011 (13) – BHL ricordava gli ultimi giorni, le ultime ore decisive che avevano condotto il Consiglio di sicurezza dell’ONU a votare la risoluzione 1973: “la comunità internazionale rende semplicemente possibile la riconquista della Libia da parte dei Libici liberi”, dice BHL. Inoltre il signor BHL evoca anche le prospettive di una democrazia sorta sulle rovine del Gheddafismo: “un potere di transizione abbastanza democratico è stato istituito (…) io credo a queste grandi infatuazioni rivoluzionarie” (14). In ogni caso, quello di cui il signor BHL è certo è che tutto sarà meglio dell’ordine terrorista che era stato istaurato da Gheddafi, un terrorismo di Stato. Gheddafi era un terrorista contro i civili, e un terrorista contro il mondo intero. Tutto sarà meglio di questo” (15).
Tuttavia le equazioni della “metafisica-teologia-cosmonologia” (16) del signor Panglois (17), applicate qui da BHL, hanno purtroppo provocato la distruzione totale della Libia e il ritorno di questo paese all’età della pietra (18). Nonostante il ricorso a parole ragionevoli – transizione, democratica, infatuazione, rivoluzionaria – il nostro nobile filosofo utilizza con la più grande bonomia del mondo la noiosa forma discorsiva democratica occidentale per prendere in giro in questo modo, e in una lingua fluida e facile, la democrazia e i valori democratici dell’Occidente nel loro insieme. Infatti a dispetto del signor BHL i “moschettieri della libertà” del Consiglio nazionale di transizione libico (CNT), dopo avere preso il potere, hanno adottato la sharia islamica come costituzione (19).
Nonostante ciò il signor BHL insiste che “non c’è effetto senza causa e che, in questo migliore dei mondi possibili” (20), il castello del signor “Consiglio nazionale di transizione” libico era il più bel castello, e la signora “Santa Rivoluzione” siriana la migliore delle baronesse possibili (21).
A maggior ragione, il maggiore errore di BHL è la certezza della vittoria. E’ così sicuro del fatto suo da pensare che tutto possa essere risolto con una bomba sul palazzo presidenziale a Damasco.
Jalili: l’Iran non permetterà che l’asse di resistenza venga spezzato
Una cosa è certa: tralasciando la “talentosa soluzione” del signor BHL, i capi atlantici sanno bene che un intervento militare in Siria non sarà mai una passeggiata, e che questo “pilota nell’aereo” di cui parla BHL, dopo aver compiuto la sua missione, ritornerà alla sua base militare seguito da una pioggia di missili balistici a lungo raggio, provenienti dalla Siria dal Libano e dall’Iran, vale a dire dall’”asse della resistenza”. Prova ne è il fatto che l’aggiunto del capo di Stato Maggiore delle forze armate iraniane, il generale Massoud Jazayeri, ha dichiarato che l’Iran “non consentirà al nemico di avanzare” in Siria. Ha aggiunto che “per il momento non è necessario che gli amici della Siria entrino in campo e noi riteniamo che non ci sia bisogno di questo” (22). Qualche giorno dopo, il signor Said Jalili, l’emissario della Guida Suprema Iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha ripetuto le dichiarazioni di Jazayeri confermando, in occasione del suo incontro a Damasco col presidente siriano Assad, che “l’Iran non permetterà che l’asse di resistenza, di cui la Siria è un elemento essenziale, sia spezzato in alcun modo” (23).
Francamente, come ricercatrice, penso che le dichiarazioni del signor Jalili e del generale Jazayeri siano più affidabili per le mie ricerche delle fantasie del signor BHL.
Basta fare il confronto con quello che il quotidiano israeliano Haaretz aveva riportato nel febbraio scorso. Secondo Haaretz, il comandante della forze speciali della Guardia rivoluzionaria iraniana, Kassam Salimani, era giunto a Damasco per assumere un incarico nell’ambito dello Stato Maggiore del regime siriano (24). Haaretz aggiunge che le forze speciali iraniane, denominate Forze al-Quds, contano 15.000 combattenti. Se questo rapporto è esatto, ciò significa che le continue dichiarazioni dei leader iraniani a proposito della Siria sono più serie di quanto crediamo, e che Teheran considera la Siria come parte integrante della sua sicurezza nazionale. Questo vuol dire anche che, se il “pilota nell’aereo” di cui parla BHL bombardasse Damasco, gli Iraniani reagirebbero come se fosse stata bombardata Teheran.
Come se non bastasse, secondo una fonte esclusiva del quotidiano libanese al-Akhbar, il signor Jalili, durante la sua ultima visita a Damasco, ha confermato al presidente siriano che la sicurezza della Siria fa parte della “sicurezza nazionale, regionale e internazionale dell’Iran”. Il signor Jalili aggiunge che “se la situazione si aggravasse, noi non resteremo a braccia incrociate. Reagiremo contro qualsiasi intervento militare, appena una forza straniera dovesse attraversare la frontiera siriana. All’interno noi siamo certi che voi riprenderete il controllo della situazione e che supererete la crisi” (25).
De Maiziere: non è l’intellettuale da bar che decide della guerra
Qualcuno potrebbe protestare, col pugno alzato, dicendo che “gli Iraniani sono solo degli altoparlanti” e che un intervento militare in Siria si risolverebbe certamente con una vittoria totale contro il regime di Damasco. In proposito corre l’obbligo di tornare indietro di qualche mese, lasciando l’arena a quelli che credono ancora e si fanno credere all’intervento militare, per gettare uno sguardo su ciò che un responsabile atlantico diceva a proposito di un simile intervento.
Il ministro tedesco della Difesa, Thomas de Maiziere, ha criticato, in una intervista al quotidiano tedesco Die Tageszeitung, le voci che invitavano ad un intervento militare in Siria: “Trovo molto penoso che un qualunque intellettuale da bar nel mondo esiga l’impegno di soldati senza dover rendere alcun conto di quanto accadrebbe” (26). Ha anche aggiunto che “la xyloglossia (27) diffusa da persone prive di ogni senso di responsabilità crea grandi speranze in regioni come la Siria, cosa che provoca poi dei disappunti” (28).
Fino ad oggi, il signor de Maiziere non ha cambiato opinione. In una intervista al giornale Welt am Sonntag, si è nuovamente opposto ad un intervento militare: “Il fallimento della diplomazia non deve per forza spingere ad avviare l’opzione militare” (29). Sottolinea che una zona di interdizione aerea non servirebbe a pacificare il paese, ma che dovrebbero essere inviate decine di migliaia di soldati stranieri. Una opzione impossibile logisticamente e politicamente, secondo il signor de Maiziere.
La sella di Djeha-Hodja Nasreddin
Djeha-Hodja Nasreddin perse la sella nella città dove si era fermato per passare la notte. Disse allora alla gente del villaggio:
– O mi ritrovate la sella o so io che cosa devo fare
Allarmati da queste parole, gli abitanti cercarono dappertutto, senza nulla trovare. Tornarono all’hotel dove alloggiava Djeha-Hodja Nasreddin e lo videro che stava sellando il suo asino. Prima che lasciasse la città, gli chiesero:
– Che cosa avresti fatto se la sella non si fosse trovata?
– A casa ho una vecchia borsa – rispose – l’avrei tagliata e ne avrei ricavato una sella nuova.
Per concludere, resta solo da dire che fin dall’inizio della guerra imperialista contro la Siria, i capi della Santa Alleanza arabo-atlantica non hanno cessato di proferire minacce all’indirizzo del presidente siriano Assad:
– O dai le dimissioni o interveniamo !
– E se non mi dimetto cosa farete? risponde Assad
– Ti avvertiamo un’altra volta, o dai le dimissioni o interveniamo!
– E se io non lo faccio? Risponde Assad; e così di seguito fino alla fine dei giorni.
Note:
[1] Russia Today. (3 agosto 2012). “Kofi Annan resigns as Special Envoy to Syria”. http://www.rt.com/news/kofi-annan-steps-down-syria-envoy-704/
[2] Reuters. (8 luglio 2012). “Clinton: Syria must end violence to avoid “catastrophic assault””.
http://uk.reuters.com/article/2012/07/08/uk-syria-crisis-clinton-idUKBRE8670AP20120708
[3] Le Monde. (2 agosto 2012). « Syrie : Obama a signé une directive secrète de soutien aux rebelles, selon CNN ».
http://www.lemonde.fr/proche-orient/article/2012/08/02/syrie-obama-a-signe-une-directive-secrete-de-soutien-aux-rebelles-selon-cnn_1741289_3218.html
[4] Russia Today. (9 agosto 2012). السعودية تصدر احكاما بالسجن ومنع السفر ضد النشطاء المطالبين بحقوق الانسان.
http://arabic.rt.com/news_all_news/news/591835/
[5] In « Lettere persiane » di Montesquieu ; lettera LXV.
[6] Le Figaro. (3 agosto 2012). « BHL “déçu” par François Hollande sur le dossier syrien ».
http://www.lefigaro.fr/politique/2012/08/03/01002-20120803ARTFIG00325-bhl-decu-par-francois-hollande-sur-le-dossier-syrien.php
[7] Vladimir Alekseïevitch Kornilov (1806 – 1854) é un vice-ammiraglio che fu capo dello Stato Maggiore della Flotta del Mar Nero, eroe della guerra di Crimea e inventore della guerra di posizione.
[8] IL direttore delle poste in « Le Anime morte » di Gogol, prima parte.
[9] Le Figaro, loc. cit.
[10] Le Parisien. (3 agosto 2012). Syrie : « Bernard-Henri Lévy déçu par François Hollande ».
http://www.leparisien.fr/politique/syrie-bernard-henri-levy-decu-par-francois-hollande-03-08-2012-2112205.php
[11] BHL. (s.d). Ses combats. http://www.bernard-henri-levy.com/category/ses-combats
[12] Zaccaria (9 :9).
[13] Europe1. (20 marzo 2011). « Tout sauf Kadhafi », intervista con BHL. http://www.dailymotion.com/video/xhq1xb_bhl-europe-1-20-mars-2011_news
[14] BHL, « Tutto tranne Gheddafi », loc.cit.
[15] loc. cit.
[16] Una scienza fantastica menzionata nel « Candide ou l’Optimisme » di Voltaire ; cap. 1.
[17] Panglos è un professore di metafisica-teologia- cosmonologia, precettore di Candide e di Cunégonde in « Candide ou l’Optimisme » di Voltaire.
[18] Russia Today. (19 ottobre 2011). ‘NATO has bombed Libya back to Stone Age’.
http://www.rt.com/news/nato-libya-machon-former-219/
[19] Fox News. (22 agosto 2012). “Libyan Draft Constitution: Sharia Is ‘Principal Source of Legislation’…”.
http://nation.foxnews.com/undefined/2011/08/22/libyan-draft-constitution-sharia-principal-source-legislation#ixzz22yZUt1j7
[20] Frase estratta da « Candide ou l’Optimisme » di Voltaire, cap.. 1.
[21] Produzione pastiche di un passaggio tratto da « Candide ou l’Optimisme » di Voltaire, cap. 1.
[22] L’Orient-Le Jour. (1 agosto 2012). « L’Iran “ ne permettra pas à l’ennemi d’avancer ”en Syrie ».
http://www.lorientlejour.com/category/Moyen+Orient+et+Monde/article/771233/L’Iran_%3C%3C+ne_permettra_pas_a_l’ennemi_d’avancer+%3E%3E_en_Syrie.html
[23] Radio-Canada. (7 agosto 2012). « Téhéran veut jouer un rôle pour résoudre la crise syrienne ».
http://www.radio-canada.ca/nouvelles/International/2012/08/07/007-syrie-iran-rencontre-mardi.shtml
[24] Zvi Bar’el. (6 febbraio 2012). “Report: Top Iran military official aiding Assad’s crackdown on Syria opposition”. Pubblicato su Haaretz.
http://www.haaretz.com/news/middle-east/report-top-iran-military-official-aiding-assad-s-crackdown-on-syria-opposition-1.411402
[25] Chalhoub, Élie. (9 agosto 2012). “Iran Conference: Setting the Stage for Dialogue in Syria”. Pubblicato su al-Akhbar.
http://english.al-akhbar.com/content/iran-conference-setting-stage-dialogue-syria
[26] Hurriyet. (11 giugno 2012). “German minister says no to Syria military intervention”.
http://www.hurriyetdailynews.com/german-minister-says-no-to-syria-military-intervention-.aspx?pageID=238&nID=22871&NewsCatID=351
[27] Figura retorica che indica lo stravolgimento della realtà con le parole. E’ una forma di espressione che, soprattutto in materia politica, tende a nascondere una incompetenza o la reticenza ad affrontare un tema, proclamando delle banalità astratte, pompose, o che fanno più appello ai sentimenti che ai fatti.
[28] loc. cit.
[29] RFI. (6 agosto 2012). « L’Allemagne toujours opposée à une intervention militaire en Syrie ».
http://www.rfi.fr/moyen-orient/20120806-allemagne-toujours-contre-une-intervention-militaire-syrie-maiziere
De l’intervention militaire en Syrie : qui croire, BHL ou Jalili ?
Dottore in Studi francesi (UWO, 2010), Fida Dakroub é scrittrice e ricercatrice, membro del «Groupe de recherche et d’études sur les littératures et cultures de l’espace francophone» (GRELCEF) all’Università Western Ontario. E’ militante per la pace e i diritti civici.