Da Gaza al Medioriente la Strategia della Catastrofe ONU: “Conseguenze Inimmaginabili” | Grandangolo – Pangea
Articolo e trasmissione a cura di Manlio Dinucci.
Martin Griffiths – Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari e Coordinatore degli Aiuti d’Emergenza – ha presentato al Consiglio di Sicurezza una documentata relazione, di cui riportiamo alcuni stralci:
“A Gaza sono state colpite 134 strutture della Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei rifugiati palestinesi, e sono stati uccisi 148 membri del personale delle Nazioni Unite.
Sono stati colpiti i centri di soccorso umanitario, nonostante che fossero identificati e notificati alle Forze israeliane. Mentre le operazioni di terra si spostano verso Sud, si sono intensificati i bombardamenti aerei nelle aree in cui i civili erano stati invitati a trasferirsi per la loro sicurezza.
Sempre più persone vengono stipate in una porzione di territorio sempre più piccola, solo per trovarvi ancora più violenza e privazioni, ripari inadeguati e la quasi assenza dei servizi più basilari. Rafah, dove prima della crisi la popolazione era di 280 mila abitanti, ospita oggi un milione di sfollati. E ogni giorno ne arrivano altri.
I nostri sforzi per inviare convogli umanitari nel Nord si sono scontrati con dinieghi e l’imposizione di condizioni impossibili. Colleghi che sono riusciti a raggiungere il Nord descrivono scene di assoluto orrore: cadaveri abbandonati sulle strade, persone affamate che bloccano i camion in cerca di tutto ciò che possono trovare per sopravvivere. E anche se riescono a tornare a casa, non hanno più una casa in cui vivere.
Cresce la pressione per lo spostamento in massa dei palestinesi nei Paesi vicini. Voglio sottolineare che a tutte le persone sfollate da Gaza deve essere permesso di tornarvi come richiede il Diritto Internazionale. Siamo profondamente allarmati dalle recenti dichiarazioni dei ministri israeliani sui piani per incoraggiare il trasferimento in massa di civili palestinesi da Gaza verso Paesi terzi, definito “trasferimento volontario”.
Queste dichiarazioni sollevano gravi preoccupazioni riguardo al possibile trasferimento forzato in massa o alla deportazione della popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza, cosa che sarebbe rigorosamente vietata dal Diritto Internazionale.
Quello che abbiamo visto dal 7 Ottobre è una macchia sulla nostra coscienza collettiva. Se non agiamo, diventerà un marchio indelebile sulla nostra umanità. Resto estremamente preoccupato del rischio di un’ulteriore diffusione regionale di questo conflitto.
Non possiamo permettere che questa situazione si diffonda ulteriormente: le conseguenze di una conflagrazione più ampia sarebbero inimmaginabili.
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