Chi C’è nella Squadra del Presidente

Pangea Grandangolo

Donald Trump, nel discorso della vittoria, ha dichiarato: “Hanno detto: Lui inizierà una guerra. Io non ho mai iniziato una guerra. Io ho l’intenzione di fermare le guerre. Governerò secondo un semplice motto: promesse fatte, promesse mantenute. Manterremo le nostre promesse.” Trump conferma così ufficialmente le linee di politica estera che aveva dichiarato di voler seguire fin dal suo primo mandato nel 2016: “Voglio dire alla comunità mondiale che, mentre metteremo sempre al primo posto gli interessi dell’America, tratteremo in modo equo con ciascuno – tutti i popoli e tutte le altre nazioni. Cercheremo un terreno comune, non l’ostilità; la partnership, non il conflitto”.

Che cosa avverrà ora? La sua elezione sicuramente crea una situazione aperta a cambiamenti rispetto a quella che si sarebbe creata se fosse divenuta presidente, sulla scia di Biden, Kamala Harris.

Occorre però vedere quali saranno tali cambiamenti.  Può essere possibile, ad esempio, l’apertura di un negoziato con Mosca per mettere fine alla guerra USA/NATO contro la Russia tramite l’Ucraina.  Ciò non significherebbe però la rinuncia degli Stati Uniti all’uso della forza militare per mantenere la posizione di predominio che sta perdendo. Lo confermano le nomine a incarichi chiave nella nuova Amministrazione Trump.

Elon Musk guiderà il Dipartimento per l’Efficienza Governativa. Musk ha dichiarato che aiuterà il Presidente a tagliare 2.000 miliardi di dollari dal bilancio federale. Appare però impossibile che tagli l’enorme e crescente spesa militare.  La società missilistica di Musk, SpaceX, porta in orbita la maggior parte dei satelliti del Pentagono.  Elon Musk, l’uomo piùr ricco del mondo, ha ricevuto in dieci anni oltre 15 miliardi di dollari di contratti governativi in particolare con la NASA e il Pentagono. 

A capo del Pentagono Trump ha scelto Pete Hegseth, conduttore di Fox News e veterano delle guerre in Iraq e Afghanistan.  Ha prestato servizio nell’Esercito anche a Guantánamo Bay, Cuba. Trump ha così elogiato l’esperienza di Pete Hegseth: “Pete è un duro, intelligente e un vero sostenitore dell’America First. Con Pete al timone, i nemici dell’America sono avvisati: il nostro esercito sarà di nuovo grande e l’America non si tirerà mai indietro”. Come consigliere per la Sicurezza nazionale Trump ha scelto Mike Waltz. Già ufficiale delle Forze Speciali, membro delle commissioni della Camera che supervisionano le Forze Armate, l’Intelligence e gli Affari Esteri , Waltz è uno dei critici più accesi della Cina al Congresso.

Come Segretario di Stato Trump ha scelto Marco Rubio, vicepresidente della Commissione Intelligence del Senato, che ha una posizione da falco in politica estera soprattutto nei confronti di Cina, Iran, Venezuela e Cuba. Rubio ha inoltre espresso il pieno sostegno statunitense alla guerra di Israele a Gaza. Ha perfino  chiesto di indagare sui funzionari federali che avevano chiesto un cessate-il-fuoco a Gaza, accusandoli di insubordinazione. Il sostegno statunitense a Israele viene rafforzato anche dalla nomina di Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas, come ambasciatore degli Stati Uniti in Israele.  Huckabee ha pubblicamente dichiarato a che “non esiste una cosa come un Palestinese” e ha sostenuto che “tutta la Cisgiordania appartiene a Israele.”

Manlio Dinucci

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About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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