Canada: un piano nazionale per la militarizzazione dell’Artico e delle sue risorse strategiche
L’anno 2010 è stato caratterizzato da una serie di decisioni sul riarmo da parte del governo del Canada. Com’era prevedibile, il piano di difesa “Canada First” è stato lanciato ufficialmente nel 2008, spingendo il Paese in un processo senza precedenti di acquisizione e ammodernamento di materiale bellico, come l’acquisto di carri armati, caccia bombardieri F-35, la costruzione di navi e l’ordine per aggiornare gli F-18, annunciato all’inizio di settembre. Nel mese di luglio è stata annunciatala la maggior parte dei progetti, al momento delle vacanze estive, quando tale genere di notizie è lontano dalle preoccupazioni dei canadesi. Decine di miliardi sono state, quindi, impegnate per una guerra o per la sua preparazione, e senza poter tenere un dibattito parlamentare o pubblica su di esso. Al massimo, ci sono state alcune proteste sulla quantità di somme impegnate e preoccupazioni sono state espresse, qua e là, sui benefici economici regionali (Castonguay, A., 2010). Uno scenario ben noto.
Figura 1. L’Artico e le sue ambite risorse naturali
Questi progetti non possono più, ora, essere giustificati dalla partecipazione del Canada alla guerra di occupazione dell’Afghanistan. Le truppe dell’esercito canadese dovrebbero essere rimpatriate nel 2011. Possono iscriversi solo nell’arena del dominio e controllo della NATO su tutte le risorse strategiche a livello globale, e in particolare quelle della regione artica, il cui sottosuolo diventa sempre più disponibile (Figura 1).
L’incontro svoltosi a Iqaluit, nell’Artico, a febbraio e le ripetute visite da parte delle autorità canadesi in questo settore, hanno l’obiettivo di confermare che la cieca obbedienza del Canada ai desideri a Washington per i quali l’Artico è “suolo americano” de facto, o la presenza costante degli Stati Uniti nel Polo e oltre.
Figura 2: geopolitica dell’Artico
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Fonte: Living Planet, Mappa sviluppata da Philippe Rekacewicz, ottobre 2007.
Una politica della difesa basata sulla forza
Per soddisfare questa logica, il Canada ha ribadito il suo impegno verso il territorio artico, che avrà un controllo più efficace. Nella sua dichiarazione sulla politica estera dell’Artico canadese, pubblicato lo scorso agosto, il governo canadese dà la priorità al rafforzamento della presenza militare del Paese in questa regione, ma lo fa questa volta avendo cura di coprirsi con una serie di buone intenzioni per lo sviluppo economico e sociale regionale, nonché per la governance.
L’obiettivo primario è quello di un presunto “salvataggio“, da una maggiore presenza militare, della sua sovranità su una parte significativa della piattaforma artica continentale. Infatti, la strategia di difesa “Canada First”, darà alla forze canadesi gli strumenti per aumentare la loro presenza nella regione artica. Nell’ambito di questa strategia, il Canada avrà navi pattuglia nuove, capaci di operazioni sostenute nel ghiaccio, per garantire uno stretto monitoraggio delle nostre acque, mentre si aprono progressivamente e l’attività marittima aumenta. A sostegno delle attività di tali navi e altre imbarcazioni del governo canadese, nel Nord, il Canada ha costruito delle strutture presso Nanisivik, dove le navi possono attraccare e rifornirsi… Inoltre, il Canada e gli Stati Uniti lavorano insieme per meglio monitorare e controllare lo spazio aereo nella parte settentrionale del NORAD (si veda Michel Chossudovsky, ‘La sovranità Canada in pericolo: la militarizzazione del Nord America‘, Mondialisation.ca, 10 Settembre, 2007), il comando Difesa Aerospaziale del Nord America. Inoltre, le Forze canadesi potranno beneficiare di nuove tecnologie per aumentare la loro capacità di controllo del nostro territorio e dintorni.
Manovre ‘anti-Russe‘?
Le manovre che si tengono ogni anno, o più frequentemente, da parte della NATO sulla piattaforma continentale norvegese, sono orchestrate in modo da simulare la caccia alle forze navali russe che cercano di prendere il controllo delle risorse di idrocarburi in questa parte della piattaforma. Lo stesso obiettivo riguarda la manovra ‘Operazione Nanook‘, realizzata nel 2010 dalle Forze canadesi assieme a quelle degli Stati Uniti e della Danimarca.
Secondo gli analisti, tra cui Michael Byers, il governo canadese continua a utilizzare questa potenziale minaccia per giustificare le spese militari e l’impegno, in particolare quello da 16 miliardi di dollari, per acquisire i caccia-bombardieri F-35. Così, di tanto in tanto, è giusto mantenere viva nella mente delle persone la minaccia della Russia, annunciando nei media che bombardieri russi sono stati intercettati con successo nello spazio aereo controllato dalla NATO, come è avvenuto ad agosto, con l’intercettazione di un Tupolev TU-95, a una trentina di miglia nautiche dalla costa canadese (Byers, M., 2010). In effetti, è ragionevole ritenere che non siano atti di provocazione o aggressività della Russia.
Conclusioni
E’ importante dire la verità sulle questioni reali dello sviluppo delle risorse artiche. Il confronto tra gli USA e la Russia è in vigore, lassù, da molti anni, una sorta di “guerra fredda latente” tra i due protagonisti. Il controllo dell’Artico è, in realtà, definito come la veglia sulle operazioni condotte dalla Russia in questo oceano. La ricerca per il mantenimento della sovranità canadese su parte della piattaforma continentale, è un pretesto per la militarizzazione. Non fatevi ingannare. Le intenzioni di fondo della NATO sono il controllo assoluto su tutte le risorse di idrocarburi in questa regione, come la ricerca del controllo, con la forza e la violenza armata, del Medio Oriente e dell’Asia centrale.
Le Canada : un plan national pour la militarisation de l’Arctique et de ses ressources stratégiques
Traduzione di Alessandro Lattanzio, Aurora
Riferimenti
BYERS, Michael. 2010. Russian bombers a make-believe threat. The Star. 30 agosto 2010.
CASTONGUAY, Alec. 2010. Ottawa achètera le F-35. Le Conseil des ministres a approuvé l’acquisition d’un nouvel avion de chasse pour le Canada. Journal Le Devoir, 10-11 agosto 2010, p. A3.
CASTONGUAY, Alec. 2010. Armée: la modernisation des VBL s’amorce. Journal le Devoir, 10-11 agosto 2010, p. A2.
CASTONGUAY, Alec. 2010. Avions de chasse. La bagarre politique commence. Ottawa confirme l’achat d’au moins 60 F-35 sans appel d’offres. Un futur gouvernement libéral suspendra le contrat. Journal Le Devoir, 16 luglio 2010, p. A1.
CASTONGUAY, Alec. 2010. Achat de 65 avions de chasse F-35. Les entreprises canadiennes se réjouissent. Près de 100 entreprises pourraient profiter des retombées économiques. Journal Le Devoir, 17-18 agosto 2010, p. A3.
CASTONGUAY, Alec. 2010. Arctique, la nouvelle guerre froide. Journal Le Devoir, 21-22 agosto 2010, p. A1.
CASTONGUAY, Alec. 2010. Ottawa dévoile au monde ses ambitions pour l’Arctique. Journal Le Devoir, 21-22 agosto 2010, p. A4.
CASTONGUAY, Alec. 2010. La ruée vers le Nord. La croissance des activités humaines dans l’Arctique pose des défis pour le Canada. Journal Le Devoir, 21-22 agosto 2010, p. A7.
CASTONGUAY, Alec. 2010. Des ressources naturelles alléchantes. Journal Le Devoir, 21-22 agosto 2010, p. A7.
CHOSSUDOVSKY, Michel, La souveraineté du Canada menacée: la militarisation de l’Amérique du Nord, Mondialisation.ca, 10 settembre 2007.
DUFOUR, Jules. 2007. L’Arctique, un espace convoité: la militarisation du Nord canadien. Géopolitique et militarisation du grand Nord canadien (Première partie). Montréal, Centre de recherche sur la mondialisation. 26 luglio 2007.
DUFOUR, Jules. 2007. L’Arctique, militarisation ou coopération pour le développement. Géopolitique et militarisation du grand Nord canadien (Deuxième partie). Montréal, Centre de recherche sur la mondialisation. 31 luglio 2007.
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HUEBERT, Rob. 2010. Welcome to a new era of Arctic security. Globe and Mail. Le 24 agosto 2010.
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Siti Web
Dichiarazione sulla politica artica del Canada.
La Difesa nazionale e le Forze canadesi. Sala stampa.
Il governo del Canada rafforza la sua sovranità generando, nel contempo, significativi vantaggi economici.
Un potenziale enorme giacimento di petrolio.
Jules Dufour, Ph.D., è presidente dell’Associazione canadese per le Nazioni Unite(UNDP)/ sezione Saguenay-Lac-Saint-Jean, professore emerito presso l’Università di Québec a Chicoutimi, membro del circolo universale degli Ambasciatori Pace, membro dell’Ordine Templare del Quebec.