BRICS: La Costruzione di un Nuovo Mondo

Grandagolo - Pangea

Il 16° Summit BRICS – svoltosi sotto presidenza russa a Kazan, capitale della Repubblica del Tatarstan – ha visto la partecipazione di 35 Paesi e 6 organizzazioni internazionali.

L’acronimo BRICS è formato dalle iniziali dei cinque membri fondatori del gruppo: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Nel 2024, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sono divenuti membri del BRICS., che diviene BRICS+ “BRICS PLUS”. Al momento del 16° Forum, circa 30 Paesi – tra cui Algeria, Bangladesh, Bahrein, Venezuela, Pakistan, Malesia, Azerbaigian e Turchia – avevano presentato domanda di adesione.

I 10 Paesi del BRICS+ comprendono oltre il 46% della popolazione mondiale, di fatto circa la metà dato l’alto tasso di crescita demografica.  A confronto, i Paesi del G7 (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Giappone) comprendono meno del 10% della popolazione mondiale.

Nel 1992 il PIL complessivo del G7 costituiva oltre il 45% di quello mondiale, mentre il PIL complessivo dei 5 Paesi che si sarebbero successivamente uniti nel BRICS (nel 2009/2011) costituiva il 16%. Nel 2023 la quota del BRICS ha superato il 35%, mentre quella del G7 è scesa al 29%. Il divario continuerà a crescere. Entro la fine del 2024, si prevede che i Paesi BRICS registreranno una crescita media del 4%, superiore a quella del G7 dell’1,7%.

I BRICS rappresentano circa un quarto delle esportazioni globali di mercie alcuni di loro dominano mercati chiave, tipo quelli delle risorse energetiche, dei metalli e dei prodotti alimentari.

La Nuova Banca di Sviluppo sta diventando un importante investitore nei più grandi progetti tecnologici e infrastrutturali dell’area BRICS. All’interno di questo spazio, dove prima dominavano nelle transazioni internazionali il dollaro e l’euro, la quota delle valute nazionali è salita al 65%, mentre quella del dollaro e dell’euro è scesa sotto il 30%.

Allo stesso tempo nell’area BRICS è in costruzione una vastissima rete di infrastrutture: la Rotta Marittima Nordica e il Corridoio di trasporto Nord-Sud aperti dalla Russia dopo che la NATO e la UE hanno bloccato le vie di transito ad Ovest, il progetto del Corridoio economico stradale e ferroviario Russia-Mongolia-Cina, la Nuova Via della Seta terrestre e marittima dalla Cina all’Europa e molte altre in Asia, Africa e America Latina.

“A Kazan – ha detto il presidente Putin nella conferenza stampa al termine del Summit – abbiamo ribadito che il BRICS non è un formato chiuso, ma è aperto a tutti coloro che ne condividono i valori. I membri del Gruppo sono disposti a lavorare per individuare soluzioni comuni senza imposizioni esterne o tentativi di imporre approcci ristretti a chiunque. Il BRICS deve rispondere alla crescente domanda di cooperazione nel mondo. Di conseguenza, abbiamo dedicato particolare attenzione alla questione della potenziale espansione dei BRICS attraverso la creazione di una nuova categoria, quella degli Stati partner.”

Diametralmente opposta la visione dell’Occidente. Emblematico l’allarme lanciato dal Foreign Policy Research Institute, influente think tank statunitense: “Se gli Stati Uniti non agiscono, è probabile che i BRICS crescano di forza, allineino le loro politiche estere contro gli interessi degli Stati Uniti e abbiano il potenziale per sconvolgere l’ordine globale che finora ha scongiurato conflitti importanti.”

Manlio Dinucci

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About the author:

Manlio Dinucci est géographe et journaliste. Il a une chronique hebdomadaire “L’art de la guerre” au quotidien italien il manifesto. Parmi ses derniers livres: Geocommunity (en trois tomes) Ed. Zanichelli 2013; Geolaboratorio, Ed. Zanichelli 2014;Se dici guerra…, Ed. Kappa Vu 2014.

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